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Con i tessuti organici dici addio alle dermatiti
Le fibre sintetiche come acrilici e poliestere reprimono la pelle e provocano eritemi e sfoghi cutanei. Punta sulle stoffe "dermocompatibili."
Oggi l'industria della moda ha una parte importante a livello ambientale perché, oltre a essere uno dei principali consumatori di acqua a livello globale, grava per circa un decimo sul totale delle emissioni di gas serra presenti nell'atmosfera. Oltre a questo bisogna associare che molti dei capi prodotti dalle grandi catene sono fatti di materiali sintetici, usando derivati da petrolio, gas e carbone (poliestere, nylon, acrilico, elastan) che opprimono la cute provocando sfoghi, eritemi e dermatiti. I sintomi più caratteristici sono: gonfiore, arrossamento, presenza di piccoli puntini in rilievo. Anche la colorazione dei tessuti scatena molte problematiche alla cute. I colori scuri sono più ricchi di nichel e danno allergia.Meglio cotone e canapa
Se vuoi inquinare meno, indossa filamenti organici come: cotone, lino, canapa o juta; tutti materiali traspiranti. Per diminuire l'impatto ambientale scegli i filati naturali biologici certificati. Soggetti a una pressione meccanica come quella che avviene in lavatrice, i vestiti nell'acqua rilasciano microplastiche che a loro volta, in assenza di sistemi di filtraggio, arrivano fino al mare e agli oceani. Le microfibre rilasciate durante il lavaggio vanno da 124 a 308 mg per kg di tessuto lavato a seconda del tipo di indumento. Uno studio della Commissione Europea ha stabilito che l'8% delle dermatiti cutanee e dovuto all'uso di capi sintetici.
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