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La black list del bio: scegli la cosmesi che ti vuole bene

  Immagine generata da Gemini "Black list? Sembra un titolo da film d'azione, ma in realtà parliamo di cosmesi... quella che ti vuole bene!" Ingredienti da evitare nei cosmetici: la black list del bio. Scegliere cosmetici bio significa prendersi cura della propria pelle in modo naturale e responsabile, evitando ingredienti potenzialmente dannosi per la salute e l'ambiente. Ma come orientarsi nella giungla degli INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients)? Ecco una "black list" degli ingredienti da evitare nei cosmetici tradizionali, con le alternative bio da preferire: 1. Petrolati e siliconi: Cosa sono: Derivati del petrolio, creano un film occlusivo sulla pelle che impedisce la traspirazione e può causare irritazioni, allergie e acne. I siliconi, invece, sono polimeri sintetici che danno una sensazione di morbidezza artificiale, ma soffocano la pelle e inquinano l'ambiente. Dove si trovano: Creme, lozioni, fondotinta, shampoo, balsam...

Un Glutine Diverso è Possibile? Il Segreto dei Grani Antichi

Grani Antichi: Non Solo una Moda. La Biologia di un Tesoro Ritrovato nel Piatto.

Abbiamo iniziato a sentirne parlare sempre più spesso: sulle confezioni di pasta, nel pane del fornaio di fiducia, nei menù dei ristoranti. I grani antichi sembrano essere ovunque, evocando immagini di campi dorati e sapori genuini. Ma si tratta solo dell'ultima tendenza del mondo del food o c'è qualcosa di più profondo? La risposta si trova nella biologia, in un patrimonio genetico prezioso che l'agricoltura moderna aveva messo da parte e che oggi stiamo riscoprendo per il benessere nostro e del pianeta.

Cosa Rende un Grano "Antico"?

Con il termine "grani antichi" ci riferiamo a quelle varietà di frumento rimaste autentiche, che non hanno subito le intense manipolazioni genetiche dell'agricoltura industriale. A partire dalla seconda metà del '900, la "rivoluzione verde" ha spinto la ricerca verso grani a taglia bassa (per evitare che il vento li piegasse), con rese altissime e caratteristiche standardizzate, perfette per i processi industriali. In questa corsa alla quantità, si è perso un patrimonio di diversità. Varietà come il Senatore Cappelli, il farro monococco, la Tumminia, la Verna o il khorasan (spesso commercializzato come Kamut®) hanno invece mantenuto un corredo genetico più complesso e originario. È proprio in questo DNA non rimaneggiato che si nasconde il segreto dei loro benefici.

La Questione del Glutine: Meno o Semplicemente Diverso?

Molti si avvicinano ai grani antichi credendo che contengano meno glutine. Sebbene in alcuni casi sia vero, la vera differenza non è sempre nella quantità, ma nella qualità. Il glutine è un complesso proteico formato da gliadina e glutenina, la cui struttura nei grani moderni è stata selezionata per essere eccezionalmente "tenace" e forte. Questo glutine robusto resiste allo stress meccanico delle impastatrici industriali e garantisce lievitazioni rapide e prodotti voluminosi.

Nei grani antichi, invece, la maglia glutinica è spesso meno forte e più estensibile. Questa diversa struttura molecolare, meno "aggressiva", può renderla più facilmente "attaccabile" dagli enzimi durante la digestione. Il risultato è che per molte persone (con la fondamentale esclusione dei soggetti celiaci, per cui ogni tipo di frumento resta dannoso) questi grani risultano più digeribili e possono contribuire a ridurre quella sensazione di gonfiore e pesantezza associata al consumo di prodotti da forno convenzionali.

Un Piatto Ricco di Biodiversità

Forse il vantaggio più grande, e più attuale, dei grani antichi è il loro ruolo cruciale nella salvaguardia della biodiversità agricola. Per decenni, l'agricoltura mondiale si è basata su pochissime varietà di grano super-produttive, creando immense distese in monocultura. Questo modello, se da un lato ha massimizzato le rese, ha reso i nostri sistemi alimentari estremamente fragili e vulnerabili a nuove malattie e agli effetti dei cambiamenti climatici.

Reintrodurre i grani antichi significa coltivare decine di varietà diverse, ognuna con le sue caratteristiche uniche e la sua capacità di adattarsi a un terreno specifico. Queste piante sono spesso più "rustiche": hanno radici più profonde per cercare acqua, crescono più alte competendo meglio con le erbe infestanti e, di conseguenza, promuovono un'agricoltura biologica e sostenibile. Richiedendo meno acqua e meno interventi chimici, proteggono la vitalità del suolo, la salute degli insetti impollinatori e la pulizia delle falde acquifere.

Perché Fanno Bene: Un'Alimentazione Sana e Consapevole

Scegliere un prodotto da grani antichi non è solo una scelta di gusto o di digeribilità. Significa portare in tavola un alimento con un profilo nutrizionale spesso più completo. Essendo meno raffinati e spesso macinati a pietra, questi cereali conservano meglio le parti nobili del chicco, come il germe e la crusca. Ciò si traduce in un più alto contenuto di fibre, fondamentali per la salute intestinale, ma anche di vitamine (come quelle del gruppo B) e preziosi minerali (zinco, magnesio, ferro) e antiossidanti, che nei processi di raffinazione industriale vengono in gran parte persi.

In conclusione, i grani antichi non sono un nostalgico ritorno al passato, ma un passo intelligente e consapevole verso il futuro. Un futuro in cui la nostra alimentazione sana va di pari passo con la salute della Terra. Ogni volta che scegliamo una pasta, un pane o una farina da grani antichi, non stiamo solo nutrendo meglio il nostro corpo, ma stiamo anche votando per un modello agricolo più resiliente, vario e rispettoso degli equilibri naturali.

N.B. L'immagine di questo post è generata da Gemini

 

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